MILANO - Le previsione per il 2008 vanno peggiorando, sarà un anno più difficile del previsto per l'industria italiana della moda: per la prima parte del 2008, e solo nella migliore delle ipotesi, la stima è di "una variazione del fatturato prossima allo zero". A sottolinearlo é la periodica ricerca sui 'Fashion Economic Trends' della Camera Nazionale della Moda Italiana, presentata oggi a Milano.
Già gli ultimi tre mesi del 2007 avevano fatto emergere "chiari e diffusi segnali di rallentamento e di inversione di tendenza", con una fatturato in calo (-0,1% nel tessile e -1,1% nell'abbigliamento e accessori) e con produzione in discesa quasi del 4% complessivamente. L'industria della moda ha chiuso il 2007 con un fatturato di 69,5 miliardi di euro (dato provvisorio perché manca quello del commercio estero di dicembre) che ridimensiona le crescita a +2,5%, dal +2,9 che era stata prevista. E "le previsioni per il 2008 vanno peggiorando".
Nel 2008 si attenderebbero ricavi per 70,2 miliardi circa, con una crescita poco sotto l'1%: "al momento - dice la ricerca - non ci sono ancora elementi sufficienti per modificare le previsioni", tuttavia "é aumentata la probabilità che si verifichino le condizioni sfavorevoli" tra cui aumento di incertezza dei consumatori, assenza di politiche fiscali di sostegno ai redditi, ulteriore rafforzamento dell'euro sul dollaro. Il peggioramento della dinamica del fatturato 2007 è stata forte nelle calzature (-3,8% nel quarto trimestre rispetto allo stesso periodo del 2006), meno pronunciata nel tessile (di poco inferiore a -1%) mentre non hanno rallentato pelletteria e articoli da viaggio.
Complessivamente, i settori a monte (tessile e pelle) nel 2007 sono cresciuti del 2%, ma passando dal +4,7% del primo trimestre al -0,1% del quarto; quanto alla produzione, sono passati da +4 % dell'inizio 2007 al -4,5% dell'ultimo trimestre. I settori a valle, cioé abbigliamento accessori e calzature, hanno chiuso il 2007 con ricavi cresciuti del 2,7%, ma passando da +4% del primo trimestre a +9,6% del secondo, a +1% del terzo e a -1,1% del quarto; la produzione ha chiuso con una crescita del 5,4%, ma anche qui passando da +11,9% del primo trimestre a -3% dell'ultimo. I fattori critici - segnala la ricerca - sono prevalentemente interni alle economie occidentali e dovuti al rallentamento del ciclo economico: "Non è facile crescere in un paese che non cresce" ha sintetizzato il presidente della Camera della Moda, Mario Boselli.
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